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Perché e quando gli impianti dentali falliscono? Come prevenirlo?

Seguendo un preciso protocollo e delle scrupolose raccomandazioni si può ridurre drasticamente il rischio di perdita dell’impianto dentale.

Esiste il rigetto dell’impianto?

È una delle domande più frequenti fatta dai pazienti che devono mettere degli impianti magari a carico immediato. In realtà questa terminologia è inappropriata nell’implantologia dentale. È una terminologia che più si rifà ai trapianti di organi. Perciò partiamo subito col dire che non esiste il rigetto dell’impianto dentale. Quello che accade normalmente è che l’impianto nella guarigione viene circondato da osso. Si parla in questo caso di osteointegrazione dell’impianto. In parole più semplici l’impianto diventa un tutt’uno con l’osso. Quando ciò non avviene si ha la fibrointegrazione. In questo caso l’impianto viene circondato da tessuto connettivo fibroso, sarà mobile, dolente e verrà poi espulso dall’organismo. In tal caso avremo il fallimento dell’impianto.

Di cosa è fatto l’impianto dentale?

L’impianto è una piccola vite di titanio di lunghezza solitamente tra gli 8 e i 15 mm con un diametro tra i 3 e 5 millimetri. Il titanio è un materiale biocompatibile. È usato anche in altri campi della medicina quali l’ortopedia.

Quali sono le percentuali di successo in implantologia?

Partiamo col dire che le percentuali di successo sono molto alte, circa il 98%. Di certo è fondamentale inserire l’impianto dentale in posizione corretta, ciò vuol dire che sia circondato da osso, centrato nell’osso. Concettualmente questo può apparire scontato. In realtà non lo è. Inserire una vite in un muro, detto che il muro è qualcosa di fisso e stabile, da un risultato che non è mai quello progettato in partenza. La vite sarà più o meno inclinata, o sarà inserita leggermente più a destra o a sinistra di dove progettato. Ora pensa di dover far lo stesso in uno spazio angusto, ricoperto da sangue con il paziente che si muove e magari non apre tanto la bocca. È molto più semplice sbagliare. In quest’ottica la Chirurgia Computer Guidata ci da una grossa mano in quanto obbligherà il clinico a seguire l’inclinazione progettata per l’impianto e a non sbagliare.

Implantologia computer guidata

Altro aspetto importante è inserire l’impianto ad un torque cioè con una forza corretta in funzione del tipo di osso che il paziente ha. Ci sono dei motori implantari come il Tmm3 che prima di inserire l’impianto riescono a leggere la densità dell’osso. In tal modo il clinico inserirà l’impianto dentale adeguato per quell’osso. Questo è fondamentale soprattutto nel caso di impianti inseriti a carico immediato.

Cosa deve fare il paziente per evitare il fallimento dell’impianto?

Se il nostro impianto dentale è stato inserito correttamente, magari con la chirurgia computerizzata, ed è stato avvitato con una forza consona alla densità del tuo osso, ora toccherà a te paziente. I nemici principali del successo del tuo impianto sono tre:

  1. Fumo: è fondamentale evitare o quantomeno limitare al più possibile le sigarette nei giorni seguenti ad un intervento impiantare. Il fumo ha notevoli conseguenze su tutte un ritardo nella guarigione delle ferite e una contaminazione dell’impianto.
  2. Sovraccarico masticatorio: è bene che nei 40 giorni seguenti all’intervento il paziente faccia una dieta morbida senza stressare troppo gli impianti in via di guarigione.
  3. Infezioni dell’impianto: queste possono essere evitate usando periodicamente collutorio a base di clorexidina 0,20% e gel a base di clorexidina.
  • 31 Marzo 2019